Vivere il Morire, la morte non separa
Paola
Avallone
www.esseredonnae.it
Ormai da tempo svolgo il mio lavoro di filosofa, per
la Bellezza
dell'Anima, con il metodo delle
Costellazioni Familiari, ideato e sviluppato da Bert
Hellinger. Le Costellazioni Familiari, conosciute in tutto
il mondo, riescono a sciogliere blocchi e irretimenti che
spesso nella nostra vita ci impediscono di essere felici.
La famiglia è la nostra radice e generazione dopo
generazione la vita arriva fino a noi guidata fa una forza
collettiva che riguarda tutti, vivi e morti.
Vivere il morire...! Come si fa a vivere il morire?
La nascita e la morte sono l'entrata e l'uscita dal palco
della vita, dire SI alla vita è aprirsi alla morte. Nel
momento in cui si nasce la morte è presente... sta lì sotto
la nostra pelle aspettando silenziosamente il suo momento,
il suo entrare in scena, per accompagnarci all'ultimo
passo, alla Vera Vita, la Vita Eterna. Erasmo Da Rotterdam,
il grande filosofo umanista del'500, nel suo libro
Adagiorum,
insieme di proverbi scritti in latino e greco, scrisse:
Ogni giorno che nasce è un
viaggio che inizia!
E' vero! Ogni giorno è un nuovo giorno. Tutte le mattine
quando usciamo dal letto è riprovare energeticamente
l'uscita dall'utero materno e la sera quando ritorniamo
sotto le lenzuola e ci chiudiamo in noi stessi
abbandonandoci al sonno è come un po' morire! Bene dunque
la sera fare una ricapitolazione della giornata svolta e
”vedere” se i pensieri, le parole e le azioni sono state in
sinergia e corrispondenza tra loro.
Ricordo che da bambina i miei genitori mi dicevano di fare
l'esame di coscienza prima di addormentarmi e chiedere
aiuto all'angelo custode per vegliare su di me durante la
notte!
Ma che cos'è la coscienza? Hellinger descrive tre tipi di
coscienza:
1 – la coscienza individuale, che è ristretta e limitata a
se stessa. Essa distingue il buono e il cattivo, il bene e
il male e riconosce l'appartenenza solo di alcune persone
escludendone altre. Con questo tipo di coscienza quando
compiamo azioni buone stiamo bene, viceversa stiamo male.
In ogni attimo sappiamo cosa fare e cosa ci è permesso fare
per poter appartenere alla nostra famiglia.
2 – la seconda coscienza è più grande della prima ed è
quella collettiva. Essa difende gli interessi anche di
coloro che sono stati esclusi dalla coscienza individuale.
Tuttavia anche questa coscienza ha un limite, in quanto
comprende solo i componenti che dipendono da essa, i
componenti di una famiglia per esempio.
2 – esiste poi la terza coscienza, essa è la coscienza
spirituale e supera le altre due coscienze. La coscienza
spirituale non conosce il bene e il male, l'appartenenza e
l'esclusione, la vita e la morte. Tutto è sottomesso a
questa coscienza che lo si voglia o no, che ci si adegui o
ci si oppone.
Riuscire ad affidarsi a questo tipo di coscienza è
lasciarsi guidare in molte cose imparando così a “vedere”
la vita in modo di verso.
Cos'è la nostra vita se non un puntino appena visibile nel
continuo fluire dei tempi da miliardi di anni? E' l'attimo
di un flasch che si illumina e subito si spegne
nell'infinito mondo cosmico della creazione.
Una delle Leggi base dell'Universo è che noi siamo sempre
stati e sempre saremo, con la morte si entra in un'altra
dimensione ma niente è perso, niente scompare. Ma noi siamo
abituati a ragionare in termini di tempo e difronte alla
immensità dell'eternità il tempo non è altro che un battito
del cuore. Ogni cosa ha il suo tempo, perché ogni cosa
appartiene al Tutto ed ogni cosa ha un'energia viva e la
morte appartiene alla vita e il tutto appartiene al
TUTTO!!!
Erasmo da Rotterdam, l'uomo più discusso e amato del suo
tempo, pur non essendo stato uno dei grandi personaggi
della storia, è riuscito, attraverso le sue innumerevoli
opere, a lasciare un profondo segno nella cultura
dell'umanità. Una delle sue opere che qui voglio ricordare
è Della
Preparazione alla Morte. Il pensiero della morte,
infatti, sempre presente con la tentazione della paura,
rese la vita del nostro illustre genio piena di angoscia e
di timore. Continuamente il suo pensiero lo accompagnava su
questa riflessione, in quanto a tutto vi era rimedio, ma
non alla morte; lei non poteva essere respinta né con la
forza, né con la fuga; né cercare di eluderla con vari
stratagemmi. Essa ha sempre separato quello che è
strettamente unito: l'anima col corpo. Nessuno è stato
risparmiato alla morte, nessun uomo è riuscito mai a
sfuggirla, non si ricordano nella storia nomi di santi e di
profeti che sono riusciti a superarla, e neanche i
discepoli prediletti di Gesù sono riusciti ad evitare
questo passaggio. L'illustre olandese dedusse che la morte
poteva essere esaminata sotto quattro aspetti: naturale,
spirituale, metamorfica, eterna.
La morte naturale è la fine della vita ed è il passaggio di
separazione dell'anima dal corpo.
La morte spirituale indica l'anima che si separa da Dio;
come l'anima è vita per il corpo, così Dio è vita per
l'anima. La morte naturale si intreccia con quella
spirituale, perché l'una appartiene all'altra e solo con
l'aiuto dello Spirito di Cristo si può ottenere la
vittoria; in noi infatti è sempre viva la Fiamma di Cristo.
Questo tipo di morte, naturale e spirituale, spiegava
Erasmo, dovrebbe essere voluta e cercata da ogni essere
umano; occorre meditare su di essa con grande impegno per
tutta la vita. E' dunque l'anima, l'elemento principe che
accompagna l'uomo lungo il percorso della vita, ed è
l'anima cge deve essere curata e salvata, non il corpo.
L'argomento dell'anima, è presente lungo tutto il percorso
del libro Della Preparazione alla Morte. Il vero servizio è
il servizio di Dio, quella è la vera professione, la
milizia cristiana; Dio mette a dura prova i Suoi soldati
con la tentazione più forte: la morte.
«La bellezza appassisce come le rose, gli amici volano via
come le rondini. La vita è incerta, la morte pareggia ogni
cosa. Quanti sono coloro che vivono fino a raggiungere, non
dirò l'età di Noè e di Matusalemme, ma appena cento anni? E
quanti vivono fino a sessanta? Non uno su mille. Il corpo
morrà, ma nulla è spaventoso come la morte dell'anima.
Studia quindi, per renderti capace della felicità eterna. E
questo ti riesce meglio, se ti apparti dalle seduzioni del
mondo.»
ERASMO DA ROTTERDAM
Spesso la vita ci dà situazioni difficili, destini pesanti,
ma tutto proviene da una Forza Superiore alla quale bisogna
arrendersi. Una Forza troppo potente che è al di là del
nostro pensare e solo con l'accettazione e l'apertura del
cuore si può cambiare qualcosa. Il dono più grande che si
può avere è la vita stessa e il sentimento di base della
vita è la gratitudine, la gratitudine per tutti gli essere
e per tutte le cose. Spesso ci capita di voler comunicare
con gli angeli e con i morti in modo rapido e
comprensibile! Eppure per poter parlare con qualcuno di
nazionalità diversa dalla nostra è difficilissimo, dobbiamo
impiegare mesi se non anni per imparare la lingua
straniera, che fatica! Che pazienza! Quindi per poter
parlare con gli angeli e con i morti dobbiamo imparare a
parlare il loro linguaggio, che non è fatto di verbi e di
parole, ma di atteggiamento del cuore. Solo così possiamo
comunicare con gli angeli e con i morti, solo dal profondo
della nostra anima. Più impariamo a “sentirci”, a
“percepirci”, a stare dentro di noi, più stiamo in sintonia
con la parte più profonda di noi stessi e più stiamo sulla
loro lunghezza d'onda.
Dal libro La Coppa d'Oro Insegnamenti
dei Maestri interpretati da A.
Voldben, ed. 1979 pag.141:
SE DEVI COMUNICARE CON QUALCUNO...
… anche lontano, per suggerirgli un pensiero di bene
mediante il pensiero, raccogliti profondamente nel tuo IO
interiore, pronuncia mentalmente il nome di lui.
Visualizzalo nella Luce, e parla a lui.
L'aiuto e l'energia che tu gli invii, saranno ricevuti più
facilmente come se tu, accingendoti a parlare con qualcuno,
lo chiamassi per nome, per attirare la sua attenzione prima
di conservare.
Poiché tu sei cosciente della Divina Presenza in tutti,
potrai parlare con persone lontane come se ti fossero
materialmente vicine.
Tu, allora, ascendi sul piano dell'Amore; e quando l'uomo
sa elevarsi su quel piano, non vi sono più divisioni, può
comunicare con chiunque, diviene un'antenna trasmittente e
ricevente perché divenuto uno con tutti.
Il microfono dell'Amore ti aprirà un mondo meraviglioso.
Cos'è la percezione? Come si fa ad abolire i vecchi schemi
ed inserire quelli nuovi dal cuore?
Per la coscienza collettiva, per tradizioni, per falsi
giudizi, nella vita si ripetono sempre gli stessi schemi.
Nelle Costellazioni Familiari è facile vedere che chi viene
dopo facilmente si irretisce in chi è venuto prima in
quella famiglia, solo ristabilendo gli “Ordini”, gli Ordini
dell'Amore, come li chiama Bert Hellinger, si possono
sciogliere quegli “schemi” apparentemente difficili.
E' comprensibilissimo piangere e addolorarsi per una
persona che ha lasciato il corpo. Si cade nello sconforto
più abissale di ciò che si è perduto, o per ciò che la
persona non ha vissuto, ed è difficile essere grati,
esperimentare e ringraziare per ciò che si ha ricevuto e
condiviso. La sofferenza non fa bene alle persone che noi
amiamo e per aiutare loro noi dobbiamo unirci in quel punto
comune di reciproca appartenenza, affidarci a quello che
noi veramente siamo, esseri di Luce in cammino per fare una
evoluzione nel piano cosmico.
Qui nella vita terrena dobbiamo allenarci ogni giorno a
“sentire”, “percepire” ciò che siamo, o meglio, essere
costantemente collegati a ciò che siamo! Anche questo
necessita di allenamento, come i pianisti, i ballerini, gli
sportivi, si allenano per ore e ore, affinché si possa
essere nella pace, è necessario avere sempre pensieri,
parole e azioni in linea con il nostro Sé, perché
l'incontro con l'altro è dato da un movimento dell'anima.
Idelgarda da Bingen, monaca benedettina tedesca del XII°
secolo, in una delle sue visioni, le fu rivelato il giorno
in cui sarebbe stata liberata dal peso del corpo, il
17/09/1179 e tutte le monache quel giorno la salutarono con
vanti nuziali. Lei definì il mondo come l'Opera perfetta di
Dio in cui l'uomo può rispecchiarsi e vedere la regolarità
del cosmo infinito. Tutto è unito al TUTTO perché
reciprocamente e indivisibilmente è unito a Dio. Per
Idelgarda tutto è collegato ad un filo che tesse la
meravigliosa trama della vita, tutto per lei è messo in
moto da quella Energia Superiore, da quella Grande Forza o
Forza Miracolosa che mantiene il tutto nel più perfetto
equilibrio. Niente succede per caso, tutto rientra nella
totale unità e completezza della perfezione divina.
Leggendo alcuni brani della vita di Idelgarda, mi ha
colpito il fatto che lei fosse innamorata della musica e
del canto come aspetti celebrativi. Una bella voce o uno
strumento dal suono melodioso avevano per lei una funzione
terapeutica poiché infondevano pace, calma e gioia. Oggi
esiste la musicoterapia, ma negli anni di Idelgarda, nel
XII° secolo, la musica come ricerca interiore dell'armonia
dell'uomo, era davvero qualcosa di superiore. Lei nella
musica vedeva rispecchiato l'Infinito Ordine della Divina
Perfezione e affermava che nella musica si poteva ascoltare
l'eco dei canti celesti.
Abbiamo detto che nulla è a caso, l' eco celeste! Giorni fa
mi è giunta una lettera scritta da un papà l'indomani che
la figlioletta Alice di sei anni ha lasciato il corpo:
cari
amici, fratelli,
vi
scrivo innanzitutto per rassicurarvi sulle nostre
condizioni di salute, stiamo bene, per esserci passato
sopra un treno... scherzo , siamo davvero sempre più
sereni.grazie per non essere venuti di
persona, non sarebbe servito a nessuno e ci avrebbe
sottratto tempo prezioso per interiorizzare l'esperienza
che abbiamo vissuto.adesso il cielo è più sereno
che mai , il sentiero dritto davanti a noi. oggi abbiamo
espletato le incredibili formalità burocratiche e
domattina,cioè stamattina, il corpo di alice sarà cremato a
cimitero di brescia verso le 11. noi aspetteremo lì fino
alle 1530 la consegna dell'urna e poi la porteremo con
noi.alice ,
in questi 6 anni ci ha amato tantissimo, e noi abbiamo
amato lei con ogni cellula del nostro corpo. ma il suo
partire così è stato un altro gesto ,estremo, d'amore , non
solo rivolto a noi , ma rivolto a tutti. vorremmo
condividere questa meravigliosa esperienza che stiamo
vivendo con tutti coloro che ne sentono il
bisogno.è
per questo, che oggi ho sentito di dover fare qualcosa in
questo senso. l'immenso dolore per la sua dipartita è stata
la condizione necessaria per innescare questo processo di
consapevolezza .vedere la vita lasciare un
corpo è sempre un ' esperienza estrema ,ma quando il corpo
è quello di tuo figlio è inenarrabile. il dolore è
probabilmente dato dalla paura palesata con l'evento ,
dalla vicinanza estrema all'eterna falce , dalla
consapevolezza che non si torna indietro e che si è
completamente impotenti la mancanza fisica della presenza
di alice è tangibile , indiscutibile, ma siamo talmente
pregni del suo amore che ne sentiamo ancora
l'effetto.quello che fa di un sogno una
realtà è l'azione.se tutti noi riusciremo a
sognare un mondo migliore , il mondo migliorerà. siamo noi
, con le nostre piccole debolezze quotidiane a rendere
questo paradiso un inferno.dipende tutto solamente da noi,
questo mi è apparso chiaro come non mai stamattina.
dobbiamo aprirci verso i nostri cari e verso tutti
.ogni
persona ha vissuto delle esperienze che oggettivamente non
sono ne buone ne cattive. l'interpretazione che noi abbiamo
dato loro le ha rese momento di crescita o di
involuzione.cosa c'è di più normale, logico
e conseguente della morte . La morte è un'alleata che ci
abbrevia il cammino verso il ritorno al tutto. alice aveva
già vissuto innumerevoli vite e non aveva bisogno di
restare oltre quì con noi. noi siamo onorati del privilegio
concessoci , di fare un tratto in compagnia della sua anima
pura e del suo grande amore , non siamo invece arrabbiati
per il fatto che avremmo voluto andarcene prima noi ;
ognuno di noi potrà andarsene solo quando avrà finito il
suo compitino, e questa volta è stata molto più brava lei ,
stellina .è
sempre stata un missile alice, c'era da aspettarselo che
facesse la lazzarona.ogni bimbo è così. ogni bimbo
appartiene a se stesso, non è nostro. lo dovremmo
rispettare ed ascoltare,ha molto da insegnarci. dovremmo
tutti andare a scuola da loro , e non il contrario.
dobbiamo fargli sognare il sogno giusto, non un incubo
,altrimenti il mondo resterà sempre l'inferno che
è.scusate se
mi sono dilungato, e se ho dimenticato qualcosa , sabato
sarò più conciso.
alice è nata a faldone 6 anni fa , ed è giusto chiudere là
il suo cerchio , che , guarda caso, coincide anche con
l'altro cerchio che si sta quasi chiudendo,
faldone...sabato pv condivideremo con i
presenti il grande messaggio d'amore di alice. la sua vita
pura e il suo corpo perfetto sono tornati alla terra che
l'ha generata . il suo spirito è tornato a volare altissimo
sopra di noi, ma ci è vicino e ci ispira ancora tanto
amore. non temete , non sarà un interminabile monologo
delirante post traumatico , tutt'altro , ognuno potrà dire
ciò che vuole dopo le parole saremmo felici che il cerchio
si chiudesse con l'unica lingua veramente universale, la
musica.spero
veniate in compagnia di qualche strumento e che vogliate
partecipare sul sentiero con un cuore a questa
condivisione.ognuno pensi al proprio
stomaco, non avremo tempo di preparare nulla.
vi stringiamo tutti in un caloroso abbraccio riconoscente
alice , gio , pri , leo ,
Le parole che accompagnavano la
lettera sono:“Bisogna vivere con più
consapevolezza e trovare il tempo di affrontare i temi
fondamentali dell'esistenza, perché senza le fondamenta
qualsiasi costruzione è destinata a cadere miseramente
nella polvere. Se non si ha consapevolezza dell'esistere e
quindi anche del rapporto col passaggio ultimo della
trasformazione, non si può vivere ma solo sopravvivere.
Nel
libro del Prof.re Cesare Boni, Dove va l'Anima dopo la
Morte?Nel primo capitolo
intitolato La Paura della
Morte,
la prima pagina è ironica-divertente! Egli spiega che fu
invitato a Napoli a tenere un seminario sulla morte e di
prima mattina prendendo un caffè in un Bar alla Riviera di
Chiaia lasciò la borsa con il contenuto del corso ai suoi
piedi. Nonostante fosse assonnato, notò che le persone si
allontanarono dal bancone del Bar e nessuno osò avvicinarsi
a lui. Finito di bere l'ultimo sorso di caffè, pagò,
riprese la sua borsa e uscì dal locale. Solo in quel
momento si rese conto nel leggerlo che sulla borsa vi era
scritto a lettere maiuscole: Corso della Morte!
Noi non siamo abituati a “ragionare” in questi termini e
“vedere” la morte come evento naturale della vita in modo
costante e quotidiano. Alla morte non c i si pensa mai,
anzi a volte viene repressa al punto tale che si vive la
vita come se la morte non ci fosse. Ma non si può capire la
vita se non si prende in considerazione la morte. Bisogna
imparare a vivere la morte nel lato positivo, in senso
nuovo. Tempo fa ebbi modo di leggere e spesso ripeto questa
frase: rivivere la positività della morte è una conquista
nella mente. La fiducia nella morte è comprendere e
accettare che il giorno e il modo in cui si muore è giusto
e saggio così com'è, perché la vita appartiene a Colui che
ci ama ed è quindi deciso da una Forza più grande che sa
tutto e conosce tutto. Ognuno ha la sua esperienza, l'anima
prende un corpo per fare un'esperienza evolutiva. A noi la
morte ci fa paura perché siamo nella dipendenza dal corpo,
il nostro ego ci proietta sempre più verso l'esterno. La
coscienza umana secolo dopo secolo si è sempre più sentita
al sicuro nell'umano, nella materia, nel mondo del
visibile. Il focusdi
tutta la vita lo si fa proprio con il passaggio della
morte; il punto di orientamento del significato cosmico è
proprio la morte. Il ringraziamento di vivere la morte, la
gratitudine dell'atto del morire, sono gli aspetti più
belli per la nostra coscienza.
Il l'Eterno Riposo è la preghiera per la pace dell'anima,
la Luce perpetua, ovvero la purificazione dell'anima, è per
entrare nello Spirito Eterno. La preghiera, ricca di
emozione, e/mozione ovvero energia in movimento, è per
accompagnare con il cuore e con la mente le anime che hanno
lasciato il corpo affinché possano continuare il loro
viaggio nella vita eterna. Più noi abbiamo questa visione
aperta di lasciare andare i nostri cari e più loro possono
evolversi.
In un seminario con il Dr. Pietro Archiati che feci alcuni
anni fa, egli parlava di quattro stati d'animo di cui
vivono i morti:
1 – la gratitudine per tutto ciò che esiste.
2 – la comunione per tutto ciò che esiste, il Cosmo e tutti
gli esseri appartenenti ad esso.
3 – la fiducia per l'avvenire tutto in positivo, affinché
l'uomo vada sempre avanti nell'amore. Solo l'essere umano
può danneggiare la propria evoluzione.
4 – la capacità di vivere sempre più nella gioia.
I morti vivono nei pensieri delle Leggi dell'evoluzione
dello Spirito, noi dalla nascita alla morte viviamo solo un
trattino di questa evoluzione. Attraverso la nostra anima,
la quale è eterna perché arriva dall'infinito e torna
all'infinito, abbiamo il senso della vita. E' bene quindi
chiedersi: perché sono qui? Qual'è il mio servizio? Qual'è
il compito che devo svolgere perché la mia anima possa
evolversi? Questo è il Vero senso della Vita e il modo in
cui ne usciamo è sempre quello che come anima abbiamo
scelto e voluto. E' vivere l'esperienza in modo positivo
che porta alla guarigione. Il coraggio è l'opposto della
paura e del dolore, serve tanto coraggio per dire SI a ciò
che è, ma quel SI è dare uno spazio, è dare la guarigione
all'anima. Con le Costellazioni Familiari ho imparato a
conoscere un cammino senza fine. Quando si perde l'amore di
un figlio tutto stanca ed essere sempre più stanchi
significa non voglio più vivere, aspetto la morte. Senza
amore la vita è vuota, perché continuare a vivere? Ed è
così che molte persone si fanno venire la malattia del
cancro. Il cancro è una strada di fuga eccezionale per non
“vedere” la Realtà dell'esistenza. Trovare la via verso
l'amore significa trovare la via verso la vita, la Vera
Vita.
Come si gira e si volta... la morte è l'argomento principe,
molto nascosto, della vita. Quando non si riesce a
terminare delle cose che si sono iniziate, è perché alla
fine c'è una chiusura. Rimanere con i cerchi aperti è
perché ci sentiamo legati al passato e così vivi e morti
restano uniti. Una delle frasi durante la rappresentazione
delle Costellazioni Familiari che si può dire ad una
persona morta è:
«Grazie per tutto ciò che mi ahi regalato, ti lascio
libero/a al tuo destino, mentre io continuo con il mio. Tu
sei nel Regno dei morti ed io in quello dei vivi, quando
verrà il mio momento ti raggiungerò, ma ora vado avanti per
la mia strada portando te sempre nel mio cuore!»
Questa è una frase che libera, così le persone morte
possono continuare i loro destini, i loro percorsi, il loro
cammino. La morte è il motore di trasformazione più grande
della vita, tutti siamo legati gli uni agli altri da una
profonda benevolenza e lo scopo di tutta la nostra “vera
vita” è allenarci a questa benevolenza. Ogni nostro
movimento è frutto di un sentimento , ma il vero movimento
è il movimento dell'anima che interagisce con l'intero
cosmo. Le Costellazioni Familiari sono senza tempo perché
passato e futuro sono presenti e abbracciano tutti, vivi e
morti. Esistono tre Leggi Universali:
1 - Legge dell'Appartenenza: se appartengo ad una famiglia,
vi appartengo per sempre.
2 - Legge della Gerarchia: chi è più anziano vi appartiene
da più tempo ed ha più diritto.
3 - Legge dell'Uguaglianza: prendere è dare.
Ognuno ha la sua propria morte ed ha il diritto di averla
così com'è, ma le nostre lacrime a volte non ci fanno
“vedere” la 3° coscienza, la coscienza Spirituale. Essa è
rivolta a tutti al di là del bene e del male, al di là
della colpa e dell'innocenza e quando noi ci colleghiamo
con questa coscienza Spirituale, siamo collegati all'Unione
e alla Riconciliazione. Questo è lo scopo della nostra
esistenza, vivere tutte le esperienze che la vita ci offre
come dono d'amore ed essere sempre collegati alla Presenza
Divina che è in noi!
Termino questa relazione presentata al 12° Seminario Romano
del Convivio
Il mondo Spirituale e la Vita Eterna
con una frase di Martin Luther King:
«La morte non è un punto che chiude la grande frase della
vita, ma una virgola che le conferisce un significato più
sublime.
La morte non è un vicolo cieco che porta l'umanità al
nulla, ma una porta aperta che conduce alla Vita Eterna.»